La basilica di San Prospero è un edificio religioso sito in piazza San Prospero, nel cuore del centro storico di Reggio Emilia. È dedicata al patrono della città. Testimonianza insigne del barocco emiliano, essa ospita, sotto l’altar maggiore, le vestigia del santo traslate dal monastero omonimo a lui dedicato, posto fuori le mura della città e abbattuto nel corso del XVI secolo in occasione della “tagliata” (abbattimento degli edifici adiacenti le mura per circa 600 metri) voluta per ragioni difensive.

A San Prospero, che visse nel V secolo e fu vescovo della città, va la devozione locale a seguito del salvataggio della città dal sacco di Attila: gli Unni non si accorsero dell’abitato perché un intervento provvidenziale invocato da Prospero avvolse Reggio in una generosa coltre di nebbia (lo stesso miracolo di offuscamento e nelle stesse circostanze viene attribuito dai Modenesi a San Geminiano, patrono di Modena; la nebbia è del resto un fenomeno alquanto comune nella pianura padana).
Attorno all’anno 1000 Reggio non era che un piccolo castrum, circondato da mura e palizzate. Sulle rovine della Regium romana, come confermano un mosaico ed altri reperti rinvenuti durante alcuni scavi, il vescovo Teuzone fece innalzare la chiesa di San Prospero di castello, per distinguerla da quella nel borgo esterno alle mura, e nel 997 la chiesa fu consacrata da Gregorio V. Nel 1487 la torre fu abbattuta e, tra il 1536 ed 1570, su disegno di Cristoforo Ricci e Giulio Romano, venne ricostruita. Nel 1514, la basilica, ormai in rovina, venne demolita. Il Comune affidò il progetto della ricostruzione a Luca Corti ed a Matteo Fiorentino, ma quando la chiesa era pressoché pronta, nel 1523, le fondamenta della cappella maggiore cedettero. Nel 1527 era ormai terminata e nel 1543 furono completate le cappelle minori e la Basilica venne finalmente ri-consacrata. Tuttavia rimaneva incompiuta la facciata, che sarà fu successivamente innalzata da G. B. Cattani tra il 1748 ed il 1753.